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Perché aprire un blog nell’era dei social è un gesto rivoluzionario

Aggiornamento: 22 giu

Viviamo in un’epoca in cui tutto – o quasi – deve essere veloce, filtrato, perfetto. Scorriamo centinaia di immagini al giorno, consumiamo frasi brevi e virali, reagiamo con un like e passiamo oltre.

In questo mondo ossessionato dall’apparenza, scegliere di aprire un blog non è solo una decisione nostalgica o romantica, è un atto rivoluzionario.


Il ritorno alla sostanza


I social ci hanno abituati ad esistere in formato ridotto: una foto ben editata, una caption d’effetto, magari una storia di 15 secondi.

Ma dove sono finite le riflessioni, le parole scelte con cura, le idee che non hanno paura di prendersi lo spazio che meritano?


Aprire un blog oggi significa rimettere al centro la sostanza.

Significa credere che ci sia ancora chi vuole leggere e non solo guardare, chi cerca ispirazione e non solo distrazione.

Significa offrire qualcosa di vero in un oceano di contenuti effimeri.


Non contro i social, ma oltre la superficie


Attenzione: non si tratta di demonizzare i social. Al contrario, ci sono profili, progetti, creator che ogni giorno diffondono contenuti di grande valore, bellezza, ispirazione.

I social sono strumenti potentissimi: sanno far arrivare messaggi ovunque, con immediatezza e impatto.


Il problema nasce quando questa potenza si disperde nella superficialità sistemica: l’ansia da performance, il bisogno di apparire sempre al top, la corsa al contenuto che funziona invece di quello che ha davvero valore.

Anche i messaggi più autentici, a forza di rincorrere visibilità, rischiano di perdere intensità, verità e direzione.


Ecco perché il blog può diventare un rifugio. Un posto in cui disintossicarsi dall’istantaneità e recuperare il valore del pensiero, della narrazione e della costruzione lenta.


Lo spazio per essere, non solo apparire 🌼


Il blog è uno spazio intimo ma pubblico, personale ma condivisibile.

È uno dei pochi luoghi online dove puoi essere davvero te stessa, senza dover aderire ad un algoritmo, ad un trend, ad un’estetica precisa.


In un blog puoi approfondire, raccontare, sbagliare, crescere.

Puoi costruire una community che ti segue non solo perché sei “esteticamente piacevole”, ma perché hai qualcosa da dire.

E questa, oggi, è una forma potente di autenticità.


Scrivere un blog nel 2025 è come piantare un albero in mezzo a un parcheggio: non è il luogo più facile, ma proprio per questo può fare la differenza.


Idee nuove in uno spazio “lento”


E se il blog tornasse ad essere una forma d’arte?

Una casa digitale dove puoi:

Approfondire temi che ti stanno a cuore, senza limiti di spazio o formato.

Raccontare processi, dietro le quinte, esperienze vere, non solo risultati perfetti.

Sperimentare: formati lunghi, lettere aperte, rubriche creative, storytelling personale.

Educare e ispirare con contenuti utili, curati, che restano accessibili nel tempo (non scompaiono dopo 24 ore).

Coltivare uno stile tutto tuo, non filtrato dal trend del momento ma radicato nei tuoi valori.



In un’epoca che idolatra l’immagine, scrivere è un atto di resistenza.

E se stai leggendo queste righe, probabilmente anche tu senti il bisogno di qualcosa di più. Di qualcosa che resti.

Benvenuta/o su Good things blog.

Qui si piantano semi per una crescita vera e duratura. 🌱


Con amore,

Good things blog

 
 
 

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